Siamo un gruppo di compagne e compagni che hanno aderito all’unico progetto di alternativa attivo in questi anni per unire le sinistre anticapitaliste: lo vogliamo vedere compiuto, per riuscire a dare risposte concrete a favore della giustizia sociale ed economica, contro la guerra e contro la distruzione ambientale.
Tra di noi ci sono iscritti ai partiti e ai gruppi politici che hanno dato vita a Unione Popolare, insieme a un nutrito gruppo di indipendenti. Crediamo nell’importanza delle organizzazioni, dell’esperienza e della cultura politica. Non abbiamo mai pensato che i partiti dovessero sciogliersi o ritirarsi, ma riteniamo che il progetto comune della costruzione della sinistra d’alternativa non meriti tentennamenti , polemiche sterili e improvvisi cambi di orientamento.
Siamo tra coloro che hanno risposto con entusiasmo all’indicazione di andare nelle piazze per le raccolte firme, prima per la partecipazione alle elezioni, poi per le leggi di iniziativa popolare.
Non possiamo accettare che all’impegno di tante e tanti militanti non corrispondano un’adeguata continuità dell’informazione interna, né lo sviluppo dei criteri di partecipazione.
Siamo contrari alla gestione verticistica dell’attività politica, pur essendo del tutto consci dei limiti dell’assemblearismo. La pratica democratica va continuamente curata e messa a punto, con gli strumenti e la cultura necessari. Occorrono organismi elettivi, che rispondano con chiarezza del loro operato alla base delle e dei militanti.
Riteniamo che nostre capacità di analisi e proposta vadano sempre affinate nel confronto aperto con ogni forza genuinamente progressista e democratica e, in particolare, con la presenza attiva nei territori. Dobbiamo saper ascoltare e interpretare anche i bisogni di chi, a partire da situazioni di disagio e marginalità, è ingannato dalle false promesse del populismo e delle destre.
Consideriamo l’attività di comunicazione, verso l’interno e verso l’esterno, un pilastro fondamentale dell’attività politica, a cui vanno garantiti la continuità e gli strumenti necessari.
Non può essere tralasciato l’impegno a contrastare la chiusura, nei nostri confronti, del sistema mediatico, per la quale rischiamo di essere confinati in un’area di perenne ininfluenza.
Dobbiamo essere promotori di movimenti sociali, attraverso l’indispensabile relazione costruttiva con le iniziative di protesta di lavoratrici e lavoratori, con l’area del dissenso giovanile e con tutti coloro che scendono nelle piazze per battersi contro le grandi minacce del nostro tempo: dal disastro ambientale, alle guerre e gli stermini di massa, alle innovazioni tecnologiche indirizzate, ancora una volta, al solo interesse del capitalismo imperante.
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