Care compagne, cari compagni,
negli ultimi mesi abbiamo raccolto opinioni, comunicati collettivi e dichiarazioni personali da ogni parte d’Italia, a proposito della difficile situazione di Unione Popolare.
È del tutto evidente che la maggior parte dei e delle militanti, che hanno aderito come indipendenti o come iscritti alle organizzazioni fondatrici, richiede che Unione Popolare vada avanti, rinnovandosi nel metodo di lavoro e nei criteri di partecipazione.
Chi si è messo a disposizione con entusiasmo, prima per la raccolta firme preelettorale, poi per quella della LIP Salario minimo, riscontrando nelle piazze incoraggiamenti diffusi, non può accettare che questo ennesimo tentativo di unione tra le componenti della sinistra radicale si esaurisca miseramente o, peggio ancora, continui a vivacchiare paralizzata da veti incrociati.
Le premesse della nostra attività politica devono essere individuate nella coerenza, nella credibilità, nel rispetto reciproco, sostenuto da un flusso regolare di comunicazione interna e verso l’esterno.
Risulta ormai inutile forzare la partecipazione di chi ha deciso di imboccare un’altra strada. È ben noto che in Rifondazione Comunista convivono posizioni diverse, sinora compresse in nome della fedeltà al partito e in previsione del futuro congresso nazionale. La segreteria guidata da Maurizio Acerbo ha dichiarato, con un documento dell’ultimo Comitato Politico Nazionale, che “di Unione Popolare […] va preso atto l’oggettivo esaurimento”, e che “è evidente che non vi sono le condizioni politiche per proseguire nella costruzione di una soggettività unitaria essendo stato manifestamente negato l’impegno per l’unità del fronte pacifista…”. Ci auguriamo che il percorso di preparazione del congresso possa far emergere posizioni di ben maggiore lungimiranza.
Ma Unione Popolare non può aspettare, né può accettare il malcostume dei rinvii pretestuosi: deve rimanere attiva e preparare il consolidamento che passa attraverso la definizione dello Statuto e l’organizzazione dell’Assemblea costituente. Va anche data continuità al dialogo e all’apertura verso organizzazioni a noi vicine, che hanno già garantito il sostegno alla campagna per il salario minimo e la partecipazione a liste locali per le elezioni amministrative.
È necessario che l’Associazione fondatrice si apra, con l’effettivo riconoscimento in qualità di soci a tutti e tutte coloro che hanno sottoscritto l’adesione versando un contributo. UP deve essere di chi aderisce in forma libera, consapevole e autonoma, che si riconosce reciprocamente con altri compagni indipendentemente dalla provenienza. In questo modo si può valorizzare la scelta individuale, superando la strana coesistenza tra le adesioni dei singoli e la registrazione degli iscritti ai partiti.
Unione Popolare non può essere soltanto un’alleanza elettorale, che si presenta con affanno a ogni scadenza. Dobbiamo insieme definire una formula che, senza disconoscere le formazioni preesistenti, possa dare garanzie di continuità ed efficacia al grande lavoro che ci attende: impegno nell’analisi e nella cultura politica, presenza attiva nei territori, relazioni con i movimenti di protesta, in particolare quelli giovanili.
Le sfide che abbiamo davanti sono di enorme portata e i rischi devastanti. La reazione efficace non passa attraverso improbabili alleanze larghe con partiti buoni per ogni stagione. Dobbiamo compattarci intorno alle lotte dei lavoratori e degli emarginati, per contrastare l’avversario di sempre: un capitalismo che, mentre aggiorna e ramifica le forme dello sfruttamento, crea un divario sempre più netto tra chi è dentro e chi è fuori.

Aderenti a Unione Popolare, per la Costituente
7 luglio 2024