SE LA CULTURA NON PRODUCE POLITICA, LA POLITICA DEVE PRODURRE CULTURA

CHE COS’E’ LA CULTURA? Nel definire la cultura, vocabolari ed enciclopedie accennano a “quanto concorre alla formazione dell’individuo sul piano intellettuale e morale e all’acquisizione della consapevolezza del ruolo che gli compete nella società”; e anche a ”l’insieme di conoscenze che concorrono a formare la personalità e ad affinare le capacità ragionative di un individuo”. La cultura è, dunque, qualcosa di ben più ampio e profondo di una somma di conoscenze, perché serve non solo a comprendere il mondo che ci sta intorno e a capire in che direzione sta andando, ma soprattutto a darci gli strumenti per interagire con esso con migliore efficacia. CHE COS’ E’ LA CULTURA DI SINISTRA? Per la cultura di sinistra, o quantomeno progressista, che dovrebbe avere come obiettivo principale il bene comune, la relazione con l’agire politico è dunque un elemento costitutivo e irrinunciabile. Senza questo, la sedicente cultura si riduce a esercizio intellettuale, col quale si tende a qualificarsi individualmente, senza positive ricadute sui rapporti sociali. LE DIFFICOLTA’ ATTUALI DELLA CULTURA DI SINISTRA Nella sempre più diffusa percezione della drammatica situazione generale e della disastrosa direzione verso la quale ci stanno spingendo i poteri dominanti, la cultura di sinistra si trova in difficoltà. Ciò non significa che la cosiddetta produzione culturale sia scarsa: anzi! Articoli e libri non mancano, ma per lo più si arrestano proprio là dove si dovrebbe osare di più, assumendosi responsabilità. Limiti consistenti si trovano ai diversi livelli della diffusione di cultura, escludendo così gran parte della popolazione e limitando peso e valore di quella che chiamavamo l’opinione pubblica. L’informazione corretta, finché i tentacoli del controllo da parte delle destre non si saranno del tutto estesi, è ancora disponibile per chi non si ferma alla quotidianità della Tv e dei media principali. Ma occorre andare a fondo con pazienza, confrontando varie fonti e scegliendo con attenzione ciò di cui fidarsi. Le varie espressioni artistiche, che possono alimentare l’intelligenza critica, sono sottoo attacco non solo per la risibile pretesa di egemonia da parte delle destre, ma per il ben consolidato dominio del mercato, per il prevalere delle produzioni di stampo hollywoodiano e ora per l’intrusione dell’intelligenza artificiale anche nei settori creativi. Le analisi approfondite e competenti sono per ora accessibili, ma affrontando per lo più lacomplessità dei fatti e dei fenomeni, richiedono da parte del pubblico un impegno consistente e una discreta preparazione di base. Ciò limita drasticamente la diffusione di questi testi, lunghi e con linguaggio specialistico, che si trovano prevalentemente sui libri e su siti web specializzati. Per farne un patrimonio diffuso, e quindi uno strumento della buona politica, occorre un lavoro di traduzione in concetti più semplici e lineari: un’operazione di divulgazione non facile, né remunerativa, quindi non frequente. LA DIFFUSA INCAPACITA’ DELL’ ASCOLTO La capacità e la pratica dell’ascolto, che sembrerebbero una condizione normale del vivere in società, sono in realtà piuttosto rare. Il teorizzato superamento della divisione in classi non ha portato a maggiore permeabilità e scambio tra gruppi di persone. Anzi, mentre la rete e i social media sembrano aprire a possibilità di collegamento e confronto quasi illimitate (ma in realtà superficiali e improduttive), assistiamo a una sempre maggior chiusura all’interno di perimetri ben delimitati. LE CERCHIE Si scambiano idee prevalentemente entro una cerchia di simili per livello di istruzione, per collocazione sociale e per “visione del mondo”; in sostanza, ci confrontiamo con persone che la pensano già come noi. Questo limite grave impedisce di comprendere aspirazioni e aspe=aDve di quella parte consistente della popolazione che, esclusa dai meccanismi di arricchimento e ascesa sociale, invece di indirizzare le proprie scelte verso un reale miglioramento delle condizioni di vita, risulta esposta alle lusinghe dei populismi e delle destre, oppure a rinunciare a ogni forma di partecipazione. Senza ascolto non c’è vera comprensione del mondo intorno a noi e, di conseguenza, di come interagire con esso orientando la nostra ricerca verso un’efficace azione politica. LA SINISTRA DALLA LOTTA ALLA SPERANZA Arriviamo così al piano più alto dell’attività culturale che, proprio per la sua collocazione, dovrebbe spaziare verso orizzonti più ampi. È quello delle visioni, delle prospettive e del “che fare”, che si regge su quanto acquisito ed elaborato ai piani inferiori. Questo purtroppo è un piano che nell’area della sinistra pare affollato, ma non produce quasi nulla.In articoli e libri si ripropongono, per lo più, limiti preoccupanti. Non si tratta di affermazioni sbagliate o infondate, ma della rinuncia a ogni sbocco operativo. La parola più ricorrente nelle frasi conclusive o nei capitoli finali è speranza, che prende il posto che era riservato, nei testi delle formazioni di sinistra, a lotta o, quantomeno, resistenza.Non c’è niente di male a raccomandare di non rinunciare alla speranza, a meno che questa, diventando un atto di fede, ci esima dal batterci per far sì che ciò che speriamo si realizzi in tempi accttabili, anziché in un futuro indefinito. IL COMPITO DELLA POLITICA Se ci si limita alla, pur necessaria, critica dell’esistente, si rinuncia a proporre concrete alternative. Questo è il compito della politica seria, che non pretende di fornire lesoluzioni perfette a ogni problema, ma si impegna a tracciare strade sulle quali si può procedere insieme, verso miglioramenti successivi.Come può una Sinistra, che si qualifica “di alternativa”, raccogliere adesioni e rafforzarsi se non riesce a esprimere con chiarezza quali sono le alternative che propone?Sostenere, come fanno vari autori, che dobbiamo auspicare la pace, la giustizia, l’uguaglianza e la salvaguardia dell’ambiente rientra ovviamente tra le speranze condivisibili, ma ha ben poco a che fare con una visione politica e con la capacità di orientare le già limitate energie disponibili. LA SCUSA DEGLI SPERANZOSI DI SINISTRA La scusa accampata da questi speranzosi per evitare di schierarsi attivamente è la pessima condizione di quella che chiamano Sinistra, sia riferendosi impropriamente a partiti che di sinistra non sono (PD, Cinque Stelle &C.), sia recitando l’epitaffio di formazioni ridotte ai minimi termini per la loro incapacità di unirsi. È un bel modo per prendere le distanze essendo, al contempo, causa del declino di ogniipotesi

Lettera aperta alle compagne e ai compagni di partiti, gruppi e associazioni della sinistra di classe e anticapitalista

Al panorama desolante della politica parlamentare, non solo italiana, si contrappone con sempre maggiore continuità un numero crescente di iniziative di protesta e resistenza. Non di rado, c’è un tale affollamento di proposte che gli appuntamenti si accavallano, costringendoci a rinunciare all’uno o all’altro. Ciò dimostra che la consapevolezza delle ingiustizie e la volontà di reagire non sono affatto limitate, pur con gran parte dell’opinione pubblica confusa e disorientata per l’azione invadente dei media principali e per la dimensione mondiale delle minacce che ci sovrastano. Insieme ai momenti di lotta, sono in aumento anche gli interventi di tipo mutualistico in territori circoscritti, o rivolti a drammatiche realtà lontane nella forma di sostegni umanitari. Tutto ciò è, in senso ampio, azione politica, perché supera la forma caritatevole o la difesa dei propri interessi individuali, per inquadrarsi, con atti mirati, nella reazione consapevole alle storture del sistema che ci governa e che ci porta alla distruzione. Una distruzione materiale, con lo spreco scellerato delle risorse e l’esaurimento di quelle naturali, ma anche una distruzione morale e dei fondamenti della convivenza democratica. Mentre è importante sostenere le forme di resistenza e partecipare alle iniziative mutualistiche, non possiamo evitare di chiederci qual è la loro efficacia e come è possibile aumentarla. Senza il passaggio a un livello di maggiore rilevanza politica, c’è il rischio di accontentarsi di stare dalla parte giusta, per essere in pace con il proprio senso del dovere, a prescindere dal concreto impatto sulla realtà intorno a noi. L’adesione a quelle molteplici iniziative risponde anche alla sensazione diffusa di isolamento individuale, che si cerca di superare con l’impegno su temi ben definiti e concreti, capaci di produrre risultati visibili. Ma, al tempo stesso, se i movimenti sociali non confluiscono in una capacità di resistenza e di visione complessive, non si arriva a produrre quella potenzialità di rivolta alla quale numerosi analisti affidano le residue speranze. Se concordiamo sul fatto che le elezioni, pur non essendo il momento principale, e tantomeno unico, dell’opposizione al governo e ai suoi mandanti, sono comunque un passaggio importante per capire se il nostro progetto di alternativa è compreso e sostenuto da una parte consistente della cittadinanza, dobbiamo porci un problema di organizzazione e di unità. Mentre si ribadisce l’incompatibilità con il centrosinistra e con le varie versioni di “campo largo”, il superamento delle frammentazioni nell’ambito della Sinistra ha assunto un’urgenza tale da non concedere spazio a posizioni possibiliste o addirittura rinunciatarie: non ci si può accontentare della nostra totale ininfluenza e marginalità nel panorama politico. La crescita delle destre è in gran parte riconducibile a delusione e smarrimento, che danno spazio all’individuazione di falsi nemici e a soluzioni autoritarie, mentre il sempre maggiore astensionismo si riferisce, con forte probabilità, a due tipi di rinunciatari al voto. Da un lato c’è una consistente parte della cittadinanza annebbiata dai media e che vive alla giornata, concentrata su fragili ambizioni individuali e sul “si salvi chi può”, risultando impermeabile a qualunque proposta politica che vada oltre i miraggi e le menzogne dei populismi. Ma c’è anche un gran numero di persone che non vota, o sceglie all’ultimo momento “tappandosi il naso”, che una sensibilità politica ce l’ha eccome! Sono lavoratrici e lavoratori delusi per l’involuzione del loro partito di riferimento, sono precari e disoccupati dimenticati dai partiti e dai sindacati, sono giovani che si sentono derubati del futuro. Tra di loro, molti partecipano alle iniziative di protesta e aderiscono a gruppi con un impegno mirato, ma rinunciano a trovare una proposta complessiva e un’organizzazione politica che li rappresenti, col risultato di non trasformare la somma delle battaglie in un vero motore del cambiamento. Si può ragionevolmente supporre, anche per lo scenario richiamato all’inizio, che questa parte della cittadinanza, interessata ad aderire a una proposta elettorale convincente, sia ampiamente superiore alle percentuali di votanti necessarie per superare le soglie di sbarramento imposte dalle infami leggi elettorali approvate negli ultimi anni.  Rientrare nelle istituzioni parlamentari non porterebbe al governo, ma darebbe il via a una fase diversa per la Sinistra di Alternativa nelle sue varie articolazioni, con la capacità di far sentire la propria voce e influire su alcune scelte fondamentali, superando la rassegnazione. Questa proposta va costruita, con impegno e continuità, andando a fondo dei problemi, individuando soluzioni credibili e sapendole comunicare. Non si passa da un momento all’altro dall’uno virgola qualcosa al dieci per cento e non ci sono soluzioni semplicistiche, ma unendo pragmatismo e profondità di analisi con la necessaria capacità di mediazione, ce la si può fare. Per impostare un ragionamento comune, possiamo individuare una serie di passaggi, proponendoli come base del confronto necessario. I tentativi di proporre unità a sinistra sono stati numerosi, anche in anni recenti, e in vario modo fallimentari. Ciò richiede, anziché una più o meno definitiva rinuncia, l’analisi accurata degli errori commessi. La chiamata a raccolta intorno a un nuovo leader inviato dalla provvidenza, insieme a una forte dose di improvvisazione, sono stati elementi ricorrenti. Un’alleanza solida, base per una successiva formazione unitaria, richiede un percorso di costruzione che non cancelli le identità precedenti, ma che riesca a fonderne le potenzialità in nome di obiettivi e metodi comuni. Nel nostro Paese, sono attivi al momento almeno una decina di associazioni e gruppi politici che si danno, come scopo principale, quello di promuovere l’unità delle sinistre, ma che non riescono nemmeno a confrontarsi e coordinarsi tra loro. Immaginare di partire da zero e su strade parallele è una fantasia che si proietta in un futuro lontano, mentre l’urgenza incombe. Non possiamo sottovalutare la necessità di una base organizzativa e di esperienze operative già esistenti. Le alleanze su temi definiti si sono già succedute, in tempi recenti. Insieme a Unione Popolare, alla campagna Lip Salario Minimo hanno partecipato Sinistra Anticapitalista, Pci, i sindacati di base (Usb, Sgb,Cub), l’area Cgil “Le Radici del Sindacato. Una simile capacità di adesione collettiva viene ormai messa in atto con positiva frequenza per la difesa del lavoro e dei diritti fondamentali, come nel caso del recente sciopero generale.

Appello verso l’Assemblea nazionale

Il gruppo di lavoro nazionale di Aderenti di Unione Popolare, composto da indipendenti e iscritte e iscritti ai partiti e ai gruppi politici che hanno dato vita a Unione Popolare, ha predisposto un appello politico con l’obiettivo di riaprire una discussione a livello territoriale e nazionale sul rilancio dell’unica esperienza di alternativa attiva in questi anni e tutt’ora in campo, per unire le sinistre anticapitaliste e di classe. L’appello non è un arrivo ma il punto di partenza.  Uno strumento di stimolo al confronto e alla discussione fra compagne e compagni, a partire dalle assemblee e dai comitati territoriali, con l’obiettivo di arrivare all’indizione di assemblea nazionale da realizzarsi nel mese di ottobre a Roma.  Siamo consapevoli che la nostra storia è costellata di assemblee autunnali di lancio di progetti politici di richiamo all’unità, troppo spesso solo di vertice e fittizia. Proprio per questo motivo, abbiamo deciso di ribaltare il processo, andando a costruire insieme e dal basso i contenuti e le forme di democrazia e partecipazione. L’appello è composto da 2 documenti: un documento politico di analisi della fase e di proposte per il rilancio di Unione Popolare e un manifesto, più agile e sintetico, da utilizzare per eventuali promozioni sui canali social. Vi invitiamo a condividere questo appello con le tue compagne e compagni, a discuterlo nelle assemblee e nei comitati territoriali, e a restare aggiornati in vista dell’assemblea nazionale. Per ulteriori informazioni e per partecipare attivamente, scrivi una mail a unionepopolareappello@gmail.com .   RIFLESSIONI PROPOSTE DAL GRUPPO ADERENTI DI UNIONE POPOLARE – PER LA COSTITUENTE Documento – PARTE PRIMA L’UNITÀ DELLA SINISTRA DI ALTERNATIVA ANTICAPITALISTA NON È RINVIABILE   Premessa L’esigenza di unità, o quantomeno di collaborazione continuativa, tra le varie componenti della Sinistra radicale italiana è dichiarata da molti anni e ha prodotto numerosi tentativi, a vario titolo fallimentari. Nonostante ciò, oggi la necessità di un forte impegno in questa direzione è ancora più evidente, in assenza di una reale opposizione parlamentare alle scellerate pratiche del governo di Destra. E questo perché i partiti del Centrosinistra, che si fregiano della qualifica di oppositori, sono in realtà corresponsabili, negli ultimi tre decenni, delle scelte più dannose per lavoratrici e lavoratori, per le forme dello sfruttamento e per l’insieme dei diritti fondamentali. Un progetto alternativo di società, in grado di affrontare le minacce provenienti dalla distruzione ambientale, da guerre e genocidi, dallo strapotere della finanza e dalla crisi delle democrazie, può essere quindi elaborato soltanto da chi, con capacità di ascolto e confronto, sa utilizzare gli strumenti di analisi della realtà e per la sua modifica forniti dalla cultura anticapitalista. Forme di democrazia e partecipazione per una Sinistra di Alternativa Anticapitalista La richiesta di unità a sinistra proviene da un numero di persone molto più ampio di quello che si manifesta abitualmente. Una componente importante della sfiducia verso la politica è data non solo dal progressivo slittamento a destra del PCI / PDS / DS / PD e dalle mancate promesse di rinnovamento sbandierate dal Movimento Cinque Stelle: anche l’incapacità, da parte dei piccoli partiti e gruppi di sinistra, di superare incomprensioni e divisioni interne in nome dell’interesse comune è considerata dal suo potenziale elettorato una grave responsabilità e motivo di scarsa affidabilità. Una parte dei non votanti richiede alternative credibili e non le trova, se non a rischio di disperdere il proprio voto con la scelta di liste che non sono in grado di superare gli sbarramenti. Accanto al vasto gruppo degli sfiduciati, si esprimono varie tipologie di persone impegnate e competenti che richiedono, quasi quotidianamente, l’avvio di un percorso di rafforzamento della Sinistra: con notevole frequenza intellettuali non allineati pubblicano articoli a questo proposito. Tra gli iscritti ai partiti sopravvissuti al declino sono molti coloro che chiedono un cambio di passo e maggiore apertura, anteponendo all’orgoglio identitario una reale efficacia per incidere sull’esistente. Accanto a loro, si muove un gran numero di cosiddetti “indipendenti”: persone di Sinistra, anche con una lunga militanza alle spalle, che stentano a trovare casa nelle organizzazioni esistenti, ma che sono pronte a impegnarsi attivamente in un movimento per l’alternativa di più ampi orizzonti. L’unità attesa da tanti non è però realizzabile seguendo i vecchi schemi che, alla prova dei fatti, si sono dimostrati fallimentari. Identificare la nuova lista o alleanza con il nome di un leader risolutore, o affidandola alle decisioni di un ristretto gruppo dirigente è non solo un metodo sbagliato e praticato abitualmente dalle destre: è anche un elemento di estrema fragilità. Se per qualche ragione (delusione, stanchezza, nuove prospettive personali, …) il leader decide di mollare, tutto il castello costruito faticosamente se ne va in frantumi. Se tra gruppi dirigenti si crea qualche rivalità o prevale l’esigenza di far primeggiare la propria identità, di nuovo si deludono le aspettative di tutti/e i/le militanti che sono stati/e chiamati/e a impegnarsi attivamente sul più recente progetto politico. Se l’alleanza si limita alla prossima scadenza elettorale, arrivandoci in affanno e impreparata, il risultato ampiamente insufficiente sarà un’ottima scusa per rompere gli accordi con reciproci scambi di accuse. Lo spazio vuoto a sinistra: prospettive e proposte per il movimento anticapitalista. I diritti di informazione e di opinione, che sussistono nelle nostre democrazie sempre più traballanti, permettono ancora la circolazione di analisi critiche, anche molto profonde. Vengono affrontati, sui media indipendenti e con libri corposi, i temi più all’ordine del giorno, come guerre e genocidi, morti nel Mediterraneo, povertà crescente, travisamento della Costituzione. Ma si trovano anche argomenti più complessi: dai meccanismi predatori della finanza internazionale, agli sviluppi incontrollati delle nuove tecnologie, fino all’insieme delle tematiche ambientali con relative ipotesi di contenimento dei danni. Dunque, le analisi degli errori e delle responsabilità abbondano, a fronte di una diffusione di gran lunga minore delle proposte sul “che fare”, con il concreto rischio che si diffondano sentimenti tra il fatalismo e il panico.Al di là delle facili critiche, è normale che ciascuno faccia il suo mestiere: ragionare sul “che fare” è il mestiere della politica. È la politica che non sta dando risposte, che non

Comunicato UP Alessandria – Unione Popolare vivrà

Qui ad Alessandria non si scioglierà quello che faticosamente abbiamo creato. Nell’arco di questi ultimi due anni siamo riusciti, con passione e forza di volontà, a formare un gruppo di compagni che non solo è riuscito a collaborare là dove non era scontato riuscirci, ma ha anche ottenuto dei risultati concreti. Tante iniziative, riunioni, serate. Tanto lavoro che ci ha portati a essere, come Unione Popolare, uno dei gruppi più affiatati e operativi di tutta la realtà italiana.Quando abbiamo iniziato sapevamo benissimo che la convivenza tra soggetti diversi non sarebbe stata facile. Mai lo è stato. Tuttavia abbiamo capito che provarci era un nostro dovere. Il territorio aveva e ha bisogno ancora di una forza anticapitalista. Convintamente antifascista. Che pone il rispetto della Costituzione Repubblicana, il diritto a un lavoro dignitoso, una sanità che funzioni davvero, un sistema di trasporti efficiente come punti fondanti di tutta la sua attività politica.In questi due anni abbiamo coinvolto tante persone. Alcune ci hanno seguito con interesse, altre si sono unite a noi attivamente. Il nostro gruppo ha attraversato varie fasi ed è sopravvissuto senza patemi a tutte le dinamiche negative che, invece, hanno diviso e affossato altri gruppi nel paese.Noi siamo ancora qui e con la stessa passione continueremo a proporre la nostra politica. Mai come in questa stagione in Italia e in Europa si avverte il bisogno di una forza antagonista compatta e sicura.L’avvento di queste nuove destre che di nuovo hanno solo nomi e simboli, ma che, in realtà, nascondono, nemmeno troppo convintamente, le solite pericolosissime logiche reazionarie e antidemocratiche. Un nuovo ritorno a episodi di violenza nei confronti di studenti, lavoratori e cittadini che protestano pacificamente. Eventi che ritenevamo relegati a un passato scuro che mai avremmo pensato di rivivere. Il mondo della cultura ridicolizzato dall’avvento di personaggi da operetta che la scuola dovrebbero frequentarla anziché governarla. Il nuovo “frontismo” italiano che vede l’ex sinistra appoggiare, in tutto e per tutto, le politiche di finta e inutile opposizione del Partito Democratico, che inneggia alla nostra costituzione, ma poi la calpesta nei suoi articoli più importanti affossando il mondo del lavoro e umiliando così i lavoratori e votando per l’invio di armi pesanti ai paesi in guerra, alimentando, di fatto, l’incedere del conflitto. Lo stesso partito che, nella sciagurata parentesi renziana, è riuscito in un’ impresa che non era riuscita nemmeno al cavaliere nel suo personale, disastroso, ventennio. Il Job Act e la Buona Scuola verranno ricordati negli anni come uno dei punti più bassi della politica italiana. Tutto questo e la serie imbarazzante di nuovi volti che, in questa dolorosa esperienza, si sono affacciati alla politica, autonominandosi rottamatori, hanno tracciato quel confine che impedisce e impedirà alla sinistra di cadere nella trappola di un qualsiasi riavvicinamento. Questo nuovo frontismo che si sta venendo a creare con gli ex comunisti e verdi ci spaventa e ci preoccupa. Infine, il ruolo ormai palese di dipendenza e totale subalternità dalla Nato e addirittura dagli Stati Uniti d’America che porta l’Italia ad appoggiare le scellerate politiche guerrafondaie del governo USA e dei vari Biden di turno.Gli Stati Uniti d’Europa hanno gettato la maschera e da unione dei popoli si sono rivelati essere un’unione della finanza e delle armi. Tutto questo richiama a un senso di responsabilità tutta la sinistra che può, e sa, definirsi tale. Mai come in questa era infausta si sente un bisogno vitale di una vera opposizione che sappia proteggere i cittadini dalle picconate che le varie destre stanno scagliando contro il muro della Costituzione Italiana e dello stato sociale. Il fatto che più di metà degli Italiani non credano più nel diritto di voto e che nessuno in Parlamento sembra preoccuparsene seriamente accettando e accontentandosi, di fatto, di una democrazia dimezzata, ci pone di fronte a una realtà nuova e preoccupante. Terribile quanto pericolosa perché se un popolo non vota più lo stesso diritto a governare viene inevitabilmente messo in discussione.E quando a non andare alle urne sono i cittadini che più degli altri sono legati agli ideali propri della sinistra, purtroppo, è la destra più becera a giovarne e la destra, la nostra storia lo insegna, distrugge.  I cittadini Francesi hanno percepito il pericolo e hanno dato piena fiducia al “Nouveau Front Populaire” di Jean-Luc Mélenchon.Lo stesso Mélenchon che nel 2022 a Roma, nella popolarissima Piazza dei Consoli, siglò quella sorta di gemellaggio con noi di Unione Popolare in occasione delle elezioni politiche di settembre e che vide in UP il riflesso italiano de “La France Insoumise”. Quella volta andò male e non riuscimmo a raggiungere e superare la soglia di sbarramento, ma le sue parole ci hanno accompagnato da allora fino a tutt’oggi : ” Se fossi in Italia voterei UP. Non preoccupatevi se adesso siete ancora piccoli, se avrete pochi voti, anche noi all’inizio siamo partiti con risultati modesti. Ma noi abbiamo insistito. Fatelo anche voi”. E’ con questo spirito che noi di UP Alessandria decidiamo di non far terminare la nostra storia e di proseguire nel nostro percorso esortando gli altri gruppi organizzati a fare altrettanto. Facendo rete si può vincere la battaglia. In gioco non c’è solo il futuro di un movimento bensì la tenuta della democrazia di un’intera nazione (lasituazione è tragica).Forse è una presa di responsabilità, forse è un simbolico richiamo alle armi o forse solo un bisogno di mettersi a difesa di chi, solitamente, difese non ha…In qualunque caso noi ci saremo.Andremo avanti.Forza! Unione Popolare Alessandria12 agosto 2024

Comunicato Aderenti – 7 luglio 2024

Care compagne, cari compagni,negli ultimi mesi abbiamo raccolto opinioni, comunicati collettivi e dichiarazioni personali da ogni parte d’Italia, a proposito della difficile situazione di Unione Popolare.È del tutto evidente che la maggior parte dei e delle militanti, che hanno aderito come indipendenti o come iscritti alle organizzazioni fondatrici, richiede che Unione Popolare vada avanti, rinnovandosi nel metodo di lavoro e nei criteri di partecipazione.Chi si è messo a disposizione con entusiasmo, prima per la raccolta firme preelettorale, poi per quella della LIP Salario minimo, riscontrando nelle piazze incoraggiamenti diffusi, non può accettare che questo ennesimo tentativo di unione tra le componenti della sinistra radicale si esaurisca miseramente o, peggio ancora, continui a vivacchiare paralizzata da veti incrociati.Le premesse della nostra attività politica devono essere individuate nella coerenza, nella credibilità, nel rispetto reciproco, sostenuto da un flusso regolare di comunicazione interna e verso l’esterno.Risulta ormai inutile forzare la partecipazione di chi ha deciso di imboccare un’altra strada. È ben noto che in Rifondazione Comunista convivono posizioni diverse, sinora compresse in nome della fedeltà al partito e in previsione del futuro congresso nazionale. La segreteria guidata da Maurizio Acerbo ha dichiarato, con un documento dell’ultimo Comitato Politico Nazionale, che “di Unione Popolare […] va preso atto l’oggettivo esaurimento”, e che “è evidente che non vi sono le condizioni politiche per proseguire nella costruzione di una soggettività unitaria essendo stato manifestamente negato l’impegno per l’unità del fronte pacifista…”. Ci auguriamo che il percorso di preparazione del congresso possa far emergere posizioni di ben maggiore lungimiranza.Ma Unione Popolare non può aspettare, né può accettare il malcostume dei rinvii pretestuosi: deve rimanere attiva e preparare il consolidamento che passa attraverso la definizione dello Statuto e l’organizzazione dell’Assemblea costituente. Va anche data continuità al dialogo e all’apertura verso organizzazioni a noi vicine, che hanno già garantito il sostegno alla campagna per il salario minimo e la partecipazione a liste locali per le elezioni amministrative.È necessario che l’Associazione fondatrice si apra, con l’effettivo riconoscimento in qualità di soci a tutti e tutte coloro che hanno sottoscritto l’adesione versando un contributo. UP deve essere di chi aderisce in forma libera, consapevole e autonoma, che si riconosce reciprocamente con altri compagni indipendentemente dalla provenienza. In questo modo si può valorizzare la scelta individuale, superando la strana coesistenza tra le adesioni dei singoli e la registrazione degli iscritti ai partiti.Unione Popolare non può essere soltanto un’alleanza elettorale, che si presenta con affanno a ogni scadenza. Dobbiamo insieme definire una formula che, senza disconoscere le formazioni preesistenti, possa dare garanzie di continuità ed efficacia al grande lavoro che ci attende: impegno nell’analisi e nella cultura politica, presenza attiva nei territori, relazioni con i movimenti di protesta, in particolare quelli giovanili.Le sfide che abbiamo davanti sono di enorme portata e i rischi devastanti. La reazione efficace non passa attraverso improbabili alleanze larghe con partiti buoni per ogni stagione. Dobbiamo compattarci intorno alle lotte dei lavoratori e degli emarginati, per contrastare l’avversario di sempre: un capitalismo che, mentre aggiorna e ramifica le forme dello sfruttamento, crea un divario sempre più netto tra chi è dentro e chi è fuori. — Aderenti a Unione Popolare, per la Costituente7 luglio 2024

Comunicato Aderenti – 25 giugno 2024

ADERENTI A UNIONE POPOLARE – PER LA COSTITUENTE un movimento politico territoriale per l’unità della sinistra di alternativa e anticapitalista All’Associazione Unione Popolare, via Loggia dei Pisani 25, 80133 Napoli.  All’attenzione di: Luigi de Magistris, legale rappresentante  Ai soci: Acerbo, Laurenzano, Suriano  Al tesoriere: Roberto Morea  e, per conoscenza: alla Cabina di regia: Acerbo, de Magistris, Collot, Granato, Suriano, Marchetti, Barbera al Coordinamento Provvisorio Nazionale A nome del gruppo di aderenti individuali che hanno inviato due successive richieste di rendiconto dei versamenti effettuati, e in vista dell’imminente riunione dei soci fondatori di Unione Popolare, intendiamo chiarire quanto segue, avanzando proposte costruttive.  L’eventuale chiusura di Unione Popolare costituirebbe una sconfitta e una grave perdita di credibilità per tutti coloro che, in forma organizzata o individualmente, si sono impegnati per l’ennesimo tentativo di saldatura tra le varie componenti della Sinistra di alternativa. La volontà di costruire un movimento unitario è continuamente riaffermata da compagne e compagni in ogni parte d’Italia, con comunicati che coincidono negli obiettivi e nel senso complessivo. Se ne possono leggere alcuni nella sezione documenti del sito web in costruzione https://versounionepopolare.it/. Le sottoscrizioni al nostro documento politico e la partecipazione alle chat sono in continua crescita. Riteniamo che, nel rispetto di volontà e orientamenti diversi da parte di alcuni tra i soci fondatori, la soluzione più diretta e meno dannosa per tutti sia l’uscita dall’associazione di chi non è più interessato al percorso costituente e il contemporaneo ingresso di nuovi associati, in accordo con l’Atto Costitutivo di Unione Popolare. In questo caso, eventuali avanzi di bilancio rimarrebbero, senza alcuna complicazione burocratica e amministrativa, a disposizione del successivo percorso costituente. Siamo disponibili a farci carico, insieme a tutti coloro che lo vorranno, in forma organizzata o individuale, del lavoro preparatorio per la stesura dello Statuto e l’organizzazione dell’Assemblea costituente.  Individuiamo qui di seguito alcuni criteri guida per la crescita di Unione Popolare, nella indispensabile direzione di una maggiore partecipazione e democraticità dei processi decisionali. L’associazione verrà progressivamente aperta a tutti e tutte coloro che ne hanno fatto o ne faranno richiesta individualmente, versando la quota associativa. Il Consiglio direttivo verrà scelto, dopo l’Assemblea costituente, su base elettiva e, a sua volta, eleggerà il Presidente. La durata delle cariche sarà indicativamente biennale.  Il Consiglio potrà essere affiancato da una Commissione di Garanzia. Sarà conferito l’incarico a più portavoce, che agiranno su mandato del Consiglio Direttivo. Il Coordinamento Nazionale (o Camera dei Territori) sarà composto da rappresentanti delle regioni e/o dei comitati territoriali. Accanto all’Associazione Unione Popolare, ne verrà attivata una seconda dedicata allo sviluppo della cultura politica, in collegamento con altre associazioni, gruppi e redazioni giornalistiche web della medesima area. Questo ente no profit potrà quindi concorrere alla destinazione del 5 per mille dei versamenti IRPEF. Un particolare impegno sarà dedicato all’attività di comunicazione verso l’interno e l’esterno, rendendo attivo e dinamico il sito web https://unionepopolare.blog/ , garantendo l’invio periodico di una newsletter e la presenza sui social media. Saranno perciò ricostituiti i Gruppi di lavoro a ciò dedicati, sulla base di specifiche competenze. Ci auguriamo che la passione, l’impegno politico e la ragionevolezza possano prevalere sulle divisioni e sugli interessi particolari. Lo pretendono le gravi minacce in atto verso i principi democratici e le drammatiche crisi che mettono in forse il futuro di tutti noi, pesando in particolare sulle giovani generazioni. Aderenti a Unione Popolare, per la Costituentepresenti alla riunione 23 giugno 2024

Ripartire dai territori, dalle persone e dalle idee, per una Sinistra di alternativa e anticapitalista

Unione Popolare è un progetto nel quale noi e molti altri, iscritti o meno ai soggetti promotori, abbiamo creduto fermamente.  Ci siamo spesi sin dal luglio 2022, col proposito di costruire finalmente una sinistra radicale e unita, alternativa al centro sinistra nei fatti e non a parole, nelle pratiche e nella collocazione. Il NO alla guerra e la tutela degli interessi popolari risultavano e risultano incompatibili con bizantinismi e tatticismi coi quali far partecipare UP al discorso pubblico. La stessa formula organizzativa si è dimostrata inadeguata: dai veti di soggetti fondatori, alla impossibilità di conoscere gli iscritti per fare attività di base. Metodi classici per uccidere nella culla un progetto. Ciò nonostante, non pochi e non marginali territori hanno continuato a tenere vivo il processo unitario anche alle elezioni amministrative, con l’aggettivo POPOLARE sempre accoppiato al nome della lista. I risultati, non scontati, talvolta insufficienti ma comunque frutto dellagenerosità di compagne e compagni, hanno risentito, una volta di più, del quadro nazionale di divisione e smobilitazione. Noi esprimiamo la volontà di aggiungere le nostre energie a quelle. Pensiamo che, anche qualora finisca questo ennesimo tentativo, le esperienze positive fin qui emerse debbano convergere in una soggettività nuova, orizzontale, di base e connessa. Costruita e governatada chi aderisce singolarmente e si riconosce reciprocamente, in virtù dell’effettiva adesione.Che macina politica dal basso, nel quadro della chiarezza di una linea politica nazionale.Forse UP, nella forma con cui è nata, ha le ore contate, ma vogliamo dire con forza a tutte le persone che ci hanno creduto che non sono sole, che insieme possiamo immaginare un nuovo inizio. Aderenti Unione Popolare – per la Costituentepresenti alla riunione 2 giugno 2024

Comunicato UP Venezia- 8 marzo 2024

In data 08 marzo 2024 si è riunito il gruppo di Unione Popolare della Città Metropolitana di Venezia per discutere la situazione attuale riguardante la nostra formazione politica e le vicende elettorali che hanno scosso le sue componenti.  Presenti alla riunione iscritti di Rifondazione Comunista, di Potere al Popolo ed iscritti alla sola Unione Popolare. Si è parlato apertamente delle diverse posizioni rispetto alla adesione alla “lista di scopo” PACE, TERRA E DIGNITA’ promossa da Michele Santoro, con un franco confronto sulle diverse posizioni e le loro ragioni.Lo scopo della riunione non era però quello di comporre posizioni distinte su questo tema ma di fare un bilancio sulle attività del gruppo veneziano di Unione Popolare e di capire insieme se vi è una possibilità di continuazione di questo percorso politico. Si sono ripercorsi i momenti più importanti dell’attività politica affrontati insieme. Un’ attività politica di lettura del territorio veneziano si è avuta con il convegno in sala San Leonardo a Venezia relativo alla FONDAZIONE VENEZIA CAPITALE MONDIALE DELLA SOSTENIBILITA’, sul quale vi è stato un lavoro collettivo di approfondimento e il coinvolgimento nel convegno del (al tempo) portavoce Luigi De Magistris, oltre che di attivisti esterni provenienti dalle migliori esperienze ambientaliste e sindacali del territorio. Una vertenza ambientale che vuole smascherare un’ operazione di greenwashing da parte delle multinazionali del fossile su un territorio, quello di Mestre, Marghera e in generale della Città metropolitana di Venezia già caratterizzato da cementificazione, inquinamento e sfruttamento ambientale. Dopo questa iniziativa il gruppo si è concentrato su una fondamentale vertenza in materia di lavoro a livello nazionale, la Legge di Iniziativa Popolare sul SALARIO MINIMO LEGALE, raccogliendo le firme e contribuendo alla discussione di questa misura necessaria ed ancora urgente per aggredire la questione del lavoro povero in Italia, associato ad una progressiva e drammatica perdita del potere di acquisto dei lavoratori. Ebbene la raccolta ha portato un numero importante e determinante di firme poiché Venezia ha superato grandemente il numero di firme da raccogliere fissato dagli obiettivi. Tutti, secondo le loro possibilità, si sono impegnati nei “banchetti” per portare avanti questo obiettivo; abbiamo lavorato insieme in armonia e con entusiasmo. Anche in questo si è scoperta una sintonia e generosità del nostro gruppo, che è andata sempre oltre alle differenze di “partito” che ci sono sempre state, ma che non ci hanno impedito di condividere i princìpi e gli obiettivi acquisiti dalla campagna elettorale delle elezioni politiche del settembre 2022, il primo grande sforzo del gruppo, che in poco tempo ha raccolto in piena estate le firme necessarie per portare al voto la nuova formazione di Unione Popolare e i suoi valori. Dopo aver consegnato le firme, purtroppo, abbiamo assistito ad un arretramento del progetto di U.P. Era previsto un documento organizzativo, ancora in estate, che non ha mai visto la luce; era prevista la costituzione di commissioni provinciali di cui non si è mai seriamente discusso; non è stata fatta una efficace campagna di tesseramento, il quale, basato unicamente su una macchinosa forma telematica, non ha permesso una divulgazione esterna ed efficace del progetto di Unione Popolare, per coinvolgere coloro che avevano cominciato ad interessarsi alla costituzione di questo nuovo spazio politico. La novità di U.P. era sentita sia dai “vecchi” compagni già presenti nelle formazioni politiche precedenti alla sua costituzione, che avevano rinnovato la loro motivazione alla partecipazione politica, ma anche da una platea incuriosita dalle due occasioni di raccolta firme nelle piazze, tra i giovani, gli anziani, gli studenti i lavoratori e le donne che abbiamo avvicinato e che avevano iniziato a conoscerci. Ma la mancanza più grave della dimensione nazionale di U.P., necessaria a dare l’impulso necessario sul territorio, è stata riscontrata durante le trattative per la formazione di unalista per le elezioni europee:  -Trattative riservate ai soli dirigenti nazionali, che non hanno coinvolto la base in un momento in cui la stessa “base” era in formazione, in rodaggio se così si può dire.  -Notizie che venivano apprese dai social, a volte dalla stampa, altre volte comunicate ai compagni di una formazione all’altra o agli aderenti “solitari” di U.P., i quali non hanno avuto alcuna occasione di discutere all’interno degli organi di una formazione ancora non organizzata.  –UN SILENZIO ASSORDANTE dei dirigenti nei confronti degli aderenti e della base ha allontanato e disilluso non pochi compagni inizialmente fiduciosi che fosse questa “la volta buona” rispetto a precedenti tentativi federatori, già miseramente falliti. La mancanza di discussione è stata rilevata molte volte all’interno dello stesso gruppo. A gennaio, ad esempio, durante un coordinamento regionale dedicato al sostegno alla campagna sul salario minimo legale, più di qualcuno ha rilevato la totale assenza di dibattito sulla situazione di Unione Popolare che ha assunto caratteri surreali.  -La mancata apertura all’ esterno per far giungere forze nuove, idee, nuove, ambiti nuovo e dar loro rappresentanza interna.  –L’ultima notizia negativa, quella delle dimissioni del portavoce Luigi De Magistris, ha dato un nuovo colpo alla credibilità di questa formazione.   Siamo anche tutti consapevoli che le decisioni, purtroppo, hanno assorbito gli organi dirigenti per la loro complessità. Hanno comunque deluso la base, un po’ per il risultato di non avere ottenuto una posizione unitaria sul percorso da intraprendere, per l’importante appuntamento europeo (in un momento cruciale per la politica internazionale e per le crisi umanitarie dovute alle guerre in atto), un po’ perché le decisioni comunicate recentemente dai vertici sono comunque “fuori tempo massimo”, un po’ per la preoccupazione dei militanti che aderiscono alla lista Pace, Terra e Dignità di dover raccogliere 150.000 firme in meno di due mesi, in assenza di un sufficiente dibattito locale nel merito delle scelte politiche. Un momento difficile per tutti in una discussione politica che esclude la formazione politica più titolata nel merito a parlare di pace: dalla nascita al simbolo, Unione Popolare nasce con questa istanza genetica. Allo stesso tempo altrettanto urgenti sono le vertenze ambientali e sociali nel territorio. Sarebbe veramente un peccato che questa esperienza di relazioni, anche dialettiche, e di fatiche comuni fosse dispersa per

Comunicato UP Monza Brianza – 7 marzo 2024

A seguito dell’ultima assemblea di Unione Popolare Monza e Brianza, tenutasi in data 7 Marzo 2024, sono emerse molte questioni e considerazioni non più rinviabili, che affrontiamo in questo nostro scritto.Le ragioni principali dei problemi che hanno portato a questa difficile situazione sono due: -la lista Santoro-la mancanza di organizzazione all’interno di Unione Popolare Siamo arrabbiatə per come dall’alto sia stata gestita la vicenda delle elezioni europee, cui Unione Popolare non parteciperà: il comportamento di Santoro, la sua scarsa volontà di voler dialogare con Unione Popolare per creare basi solide su cui costruire un programma ed un percorso comune, la scelta da parte delle diverse componenti organizzate all’interno di UP di fare percorsi divergenti incapaci di trovare accordi condivisi, stanno provocando l’implosione di quel poco di progetto finora attuato. Per quanto la base si ritrovi unita nella scelta di portare avanti il progetto di UP, abbiamo assistito ad un impasse da parte della dirigenza che non ha accelerato il processo di costituzione, nonostante le alleanze e le pratiche politiche autentiche costruite finora.  Tra la possibilità di eleggere, forse, unə deputatə in Europa e la possibilità di continuare a lavorare per rendere solida Unione Popolare nei territori italiani, l’assemblea di UP Monza e Brianza sceglie senza indugi la seconda possibilità.Tanti e tante di noi provengono da decine di elezioni e tornate elettorali nelle quali ci siamo presentati con nomi e simboli diversi. A volte con la speranza salvifica del grande e conosciuto nome di turno. Visti i recenti accadimenti non possiamo che dimostrare tutta la nostra amarezza, per quanto sta accadendo al progetto di Unione Popolare, di cui facciamo e ci sentiamo parte. La mancanza di organizzazione all’interno di Unione Popolare é un grave problema.Il ripetuto NON rispetto delle scadenze prese, la mancanza di un atto fondativo ne pregiudicano la sua stessa esistenza.Ancora una volta, perché per moltə di noi non sarebbe la prima, da un giorno con l’altro compagni e compagne dei territori che stanno lavorando insieme, che hanno lavorato insieme ad esempio per raccogliere le numerose firme per le elezioni nazionali-per quelle regionali per le amministrative, per le suppletive e per la LIP sul salario minimo in condizioni di stress e fatica intensa, da un giorno con l’altro si ritrovano orfani di un progetto a causa di scelte infauste e profondamente sbagliate da parte degli organismi dirigenti. Per ultimo, le dimissioni di de Magistris dal ruolo di portavoce in questo momento critico, non remano certamente a favore- diciamo così. Da lui ci aspettavamo una maggiore partecipazione e coinvolgimento. Chiediamo a chi, in questo momento, è nella Cabina di Regia di UP:-di scindere nettamente tra la scelta di partecipare o meno alla lista Santoro e la continuazione del percorso di costituzione di Unione Popolare. Sono due cose diverse, non può la prima annullare la seconda;-che la Cabina di Regia si attivi al più presto per rimettere in moto il processo fondativo di Unione Popolare attraverso un’assemblea costituente che ne sancisca finalmente la sua esistenza: lo stiamo aspettando da due anni!  Non c’è un secondo da perdere: le guerre ed i genocidi che si stanno compiendo in Palestina e nel mondo, la situazione interna ed internazionale gravissima, ci impongono di rimanere uniti e di continuare la lotta insieme.Chiediamo inoltre, con la massima urgenza, la convocazione del Comitato Regionale Lombardo di Unione Popolare perché possa ascoltare le nostre ragioni e intraprendere immediate misure per salvare quanto abbiamo costruito insieme. Unione Popolare Monza e Brianza si rivolge anche alle altre realtà territoriali.Nell’ultima assemblea UP MB ha deciso di continuare a lavorare sui territori per costruire ponti di Pace e prenderci cura del Bene Comune. Questo anche a costo di autodeterminarci ed autogestirci con tutti i compagni e le compagne che ne fanno parte, qualsiasi siano le scelte del Coordinamento nazionale.Chiediamo quindi alle altre realtà territoriali, che si sentono in accordo con noi, di condividere questa decisione e di collaborare alla resistenza attiva affinché il percorso di UP fatto finora non venga cancellato. Vogliamo tuttə continuare il percorso insieme!Unione Popolare esiste e resiste!

APPELLO Tutta Unione Popolare rilanci subito una trattativa vera per la costruzione unitaria di una lista per la pace.

Il percorso verso le elezioni europee è giunto ad uno snodo decisivo. Il tempo davanti a noi si sta chiudendo. Questo tempo va utilizzato nel miglior modo possibile, per produrre un risultato all’altezza della situazione internazionale, sociale e politica che abbiamo di fronte. Noi eravamo e rimaniamo convinti della necessità di costruire una lista unitaria per la pace, in grado di presentarsi all’appuntamento elettorale di giugno come punto di riferimento per larghi settori della società italiana, che con diverse sensibilità e a partire dalla propria condizione sociale intendano investire su un’opzione credibile e convincente di critica alla guerra. Un orizzonte etico da sollecitare, certo, ma connesso strettamente alla contestazione di politiche economiche e sociali devastanti che, nel mentre creano disuguaglianze crescenti e insopportabili, stabiliscono condizioni per un mondo in cui il conflitto armato diventa il primo orizzonte in vece di una possibile cooperazione internazionale. Oggi siamo molto preoccupati perché Unione Popolare, che con le sue proposte dovrebbe essere uno dei soggetti più attivi nella costruzione di una lista per la pace, si trova in una vera e propria situazione di stallo interno a seguito dei primi incontri con altri promotori a iniziare da Michele Santoro. Quest’ultimo ha recentemente svolto alcune considerazioni e posto nodi critici in un articolo su “il Manifesto” del 27/01/2024. Lo abbiamo letto e ancora di più pensiamo che sia giunto il momento in cui Unione Popolare, tutta Unione Popolare, debba recuperare pienamente il suo ruolo e farsi promotrice di una rinnovata pressione: occorre riaprire subito la trattativa tra tutti i soggetti interessati alla lista per le elezioni europee.  La costruzione deve rispettare, se vuole essere convincente e inclusiva, la pluralità dei contributi offerti. Lo sforzo deve essere orientato al massimo coinvolgimento, anche per evitare una perniciosa proliferazione di liste nella stessa area; sarebbe davvero imperdonabile. Il tempo è poco, ma va usato bene, dicevamo. Riaprire una trattativa vera significa impegnare l’insieme di Unione Popolare per guadagnare una proposta possibilmente unitaria, ma avanzata e non semplicemente utile a comporre una lista purchessia. Il quadro che abbiamo di fronte impone una riflessione seria a tutti per capire e far capire largamente, fuori da ogni politicismo, quale è la posta in gioco anche di fronte a una sinistra diffusa sempre più in difficoltà, con scarsi strumenti Interpretativi. Bisogna arrivare alla concretizzazione di parole d’ordine che creino il legame tra temi sociali e guerra. Da questo punto di vista ci pare significativo ciò che Luigi De Magistris ha scritto su “Il Manifesto” del 28/01/2024. Ne condividiamo le argomentazioni per due ordini di motivi. Da una parte De Magistris esplicita i nodi e le proposte che UP intende sottoporre all’interno di una reale trattativa per la costruzione unitaria della lista per la pace, dall’altra delinea le condizioni complessive per una Unione Popolare in grado di traguardare le elezioni europee, ma anche di vivere e strutturarsi oltre quelle. Per tutte queste ragioni e considerazioni riteniamo di rivolgerci all’insieme di Unione Popolare, chiedendo uno sforzo vero per riguadagnare tempestivamente una capacità di intervento in grado di mandare segnali positivi alle tante e tanti militanti, che sui territori si aspettano un salto di qualità in questo senso. Sono le donne e gli uomini che Unione Popolare la fanno vivere giorno per giorno, che hanno raccolto firme sulle LIP per il salario minimo a 10 euro e per l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro, che proprio non intendono assistere a una rappresentazione esclusivamente problematica e passivizzante come quella emersa in queste ultime settimane. Rilanciare un negoziato per una lista della pace sulla base di pari dignità fra tutte le forze, perseguire la costruzione unitaria a partire da una trattativa vera, in cui le proposte di UP vengano ascoltate e fatte valere. Il tempo è ora.   Le promotrici, i promotori e le/i prime/i firmatarie/i:(segue un elenco con oltre 400 firmatari)