In data 08 marzo 2024 si è riunito il gruppo di Unione Popolare della Città Metropolitana di Venezia per discutere la situazione attuale riguardante la nostra formazione politica e le vicende elettorali che hanno scosso le sue componenti.
Presenti alla riunione iscritti di Rifondazione Comunista, di Potere al Popolo ed iscritti alla sola Unione Popolare.
Si è parlato apertamente delle diverse posizioni rispetto alla adesione alla “lista di scopo” PACE, TERRA E DIGNITA’ promossa da Michele Santoro, con un franco confronto sulle diverse posizioni e le loro ragioni.
Lo scopo della riunione non era però quello di comporre posizioni distinte su questo tema ma di fare un bilancio sulle attività del gruppo veneziano di Unione Popolare e di capire insieme se vi è una possibilità di continuazione di questo percorso politico.
Si sono ripercorsi i momenti più importanti dell’attività politica affrontati insieme.
Un’ attività politica di lettura del territorio veneziano si è avuta con il convegno in sala San Leonardo a Venezia relativo alla FONDAZIONE VENEZIA CAPITALE MONDIALE DELLA SOSTENIBILITA’, sul quale vi è stato un lavoro collettivo di approfondimento e il coinvolgimento nel convegno del (al tempo) portavoce Luigi De Magistris, oltre che di attivisti
esterni provenienti dalle migliori esperienze ambientaliste e sindacali del territorio. Una vertenza ambientale che vuole smascherare un’ operazione di greenwashing da parte delle multinazionali del fossile su un territorio, quello di Mestre, Marghera e in generale della Città metropolitana di Venezia già caratterizzato da cementificazione, inquinamento e sfruttamento ambientale.
Dopo questa iniziativa il gruppo si è concentrato su una fondamentale vertenza in materia di lavoro a livello nazionale, la Legge di Iniziativa Popolare sul SALARIO MINIMO LEGALE, raccogliendo le firme e contribuendo alla discussione di questa misura necessaria ed ancora urgente per aggredire la questione del lavoro povero in Italia, associato ad una progressiva e drammatica perdita del potere di acquisto dei lavoratori.
Ebbene la raccolta ha portato un numero importante e determinante di firme poiché Venezia ha superato grandemente il numero di firme da raccogliere fissato dagli obiettivi. Tutti, secondo le loro possibilità, si sono impegnati nei “banchetti” per portare avanti questo obiettivo; abbiamo lavorato insieme in armonia e con entusiasmo.
Anche in questo si è scoperta una sintonia e generosità del nostro gruppo, che è andata sempre oltre alle differenze di “partito” che ci sono sempre state, ma che non ci hanno impedito di condividere i princìpi e gli obiettivi acquisiti dalla campagna elettorale delle elezioni politiche del settembre 2022, il primo grande sforzo del gruppo, che in poco tempo ha raccolto in piena estate le firme necessarie per portare al voto la nuova formazione di Unione Popolare e i suoi valori.
Dopo aver consegnato le firme, purtroppo, abbiamo assistito ad un arretramento del progetto di U.P.
Era previsto un documento organizzativo, ancora in estate, che non ha mai visto la luce; era prevista la costituzione di commissioni provinciali di cui non si è mai seriamente discusso;
non è stata fatta una efficace campagna di tesseramento, il quale, basato unicamente su una macchinosa forma telematica, non ha permesso una divulgazione esterna ed efficace del progetto di Unione Popolare, per coinvolgere coloro che avevano cominciato ad
interessarsi alla costituzione di questo nuovo spazio politico.
La novità di U.P. era sentita sia dai “vecchi” compagni già presenti nelle formazioni politiche precedenti alla sua costituzione, che avevano rinnovato la loro motivazione alla
partecipazione politica, ma anche da una platea incuriosita dalle due occasioni di raccolta firme nelle piazze, tra i giovani, gli anziani, gli studenti i lavoratori e le donne che abbiamo avvicinato e che avevano iniziato a conoscerci.
Ma la mancanza più grave della dimensione nazionale di U.P., necessaria a dare l’impulso necessario sul territorio, è stata riscontrata durante le trattative per la formazione di unalista per le elezioni europee:
-Trattative riservate ai soli dirigenti nazionali, che non hanno coinvolto la base in un momento in cui la stessa “base” era in formazione, in rodaggio se così si può dire.
-Notizie che venivano apprese dai social, a volte dalla stampa, altre volte comunicate ai compagni di una formazione all’altra o agli aderenti “solitari” di U.P., i quali non hanno avuto alcuna occasione di discutere all’interno degli organi di una formazione ancora non organizzata.
–UN SILENZIO ASSORDANTE dei dirigenti nei confronti degli aderenti e della base ha allontanato e disilluso non pochi compagni inizialmente fiduciosi che fosse questa “la volta buona” rispetto a precedenti tentativi federatori, già miseramente falliti.
La mancanza di discussione è stata rilevata molte volte all’interno dello stesso gruppo.
A gennaio, ad esempio, durante un coordinamento regionale dedicato al sostegno alla campagna sul salario minimo legale, più di qualcuno ha rilevato la totale assenza di dibattito sulla situazione di Unione Popolare che ha assunto caratteri surreali.
-La mancata apertura all’ esterno per far giungere forze nuove, idee, nuove, ambiti nuovo e dar loro rappresentanza interna.
–L’ultima notizia negativa, quella delle dimissioni del portavoce Luigi De Magistris, ha dato un nuovo colpo alla credibilità di questa formazione.
Siamo anche tutti consapevoli che le decisioni, purtroppo, hanno assorbito gli organi dirigenti per la loro complessità.
Hanno comunque deluso la base, un po’ per il risultato di non avere ottenuto una posizione unitaria sul percorso da intraprendere, per l’importante appuntamento europeo (in un momento cruciale per la politica internazionale e per le crisi umanitarie dovute alle guerre in atto), un po’ perché le decisioni comunicate recentemente dai vertici sono comunque “fuori tempo massimo”, un po’ per la preoccupazione dei militanti che aderiscono alla lista Pace, Terra e Dignità di dover raccogliere 150.000 firme in meno di due mesi, in assenza di un sufficiente dibattito locale nel merito delle scelte politiche.
Un momento difficile per tutti in una discussione politica che esclude la formazione politica più titolata nel merito a parlare di pace: dalla nascita al simbolo, Unione Popolare nasce con questa istanza genetica.
Allo stesso tempo altrettanto urgenti sono le vertenze ambientali e sociali nel territorio.
Sarebbe veramente un peccato che questa esperienza di relazioni, anche dialettiche, e di fatiche comuni fosse dispersa per sempre.
Senza una forma politica e organizzativa di respiro nazionale Unione Popolare non può sopravvivere: Il rischio che U.P. sia finita c’è.
Per questo motivo sollecitiamo a livello nazionale un chiarimento, che deve avvenire rapidamente:
• sull’effettiva volontà dei soggetti costituenti di continuare a perseguire l’attuazione del progetto di Unione Popolare
• sulla necessità che il dibattito debba questa volta coinvolgere tutte le compagne e tutti i compagni, in tutti i territori.
Vogliamo quindi appellarci ai compagni del Veneto e delle altre Regioni perché adottino analoghe richieste e inizino un dibattito di base sugli stessi temi.
Siamo consapevoli che il momento elettorale potrebbe penalizzare questa riflessione, ma c’è il forte rischio che dopo le elezioni europee non ci sia più nulla su cui riflettere e questa rottura non possa mai più essere riparata.
Mestre, 08/03/2024 – Unione Popolare metropolitana di Venezia