È ormai palese da anni la necessità di instaurare una nuova politica di sinistra in Italia. Una politica viva, brulicante di inclusivi processi democratici ed efficace riguardo la vita stessa del nostro Paese.


Crediamo fermamente che in questo Unione Popolare abbia un ruolo cardine, e che dalla sua creazione si debba partire e andare avanti senza timore alcuno, poiché essa è il primo passo verso il grande lavoro che c’è da fare.


Unione Popolare deve essere progetto e processo politico, capace di organizzare e sviluppare differenza e alterità. Senza questo, la politica a sinistra rimane stagnante come dimostrato negli ultimi anni, incapace di attirare nuovi consensi e nuove energie, lasciando il paese assopito nel suo attuale torpore socio-politico, di cui la fortissima astensione alle ultime tornate elettorali è sintomo evidente.

A questo scopo Unione Popolare deve essere incisiva e decisiva, in una modalità e in una forma ormai ineludibili, le quali, nel mentre si accettano la persistenza e la coabitazione di forze organizzate, riescano a coinvolgere, oltre ai già militanti, nuove energie, rese parimenti protagoniste in un processo democratico di crescita di una soggettività politica di cui c’è estremo bisogno.

È arrivato quindi il momento di fare il salto necessario per il bene del popolo del nostro Paese; per questo il nostro gruppo, composto da un nutrito numero di militanti della stessa Unione Popolare, ha redatto un documento politico di analisi dell’attuale situazione: documento di cui invitiamo tutte e tutti alla visione, e di cui chiediamo la condivisione. Lo stesso chiediamo al Coordinamento Nazionale di Unione Popolare.

Uniamoci!

Qui il video della presentazione del documento tenutasi ad Ancona, l’11 Febbraio 2023:

PER UN REALE PROCESSO COSTITUENTE DI UNIONE POPOLARE

Il risultato elettorale di UP ha fortemente risentito del contesto oggettivamente difficile derivato dalle elezioni anticipate, dal tempo brevissimo impostoci per la raccolta delle firme e per la campagna elettorale, dal sistematico oscuramento perpetrato dai media. Ci è stato di fatto impedito, dopo l’Assemblea del 9 luglio, un lavoro di penetrazione nelle aree del disagio sociale e dell’astensionismo, e nei nostri confronti ha pesato il riposizionamento a una sedicente opposizione del Movimento 5 Stelle.

Abbiamo tuttavia pagato anche il ritardo (di mesi, di anni) con il quale, nel gorgo della crisi organica italiana – e non solo – ci siamo presentati in termini di proposta e di soggettività politico-sociale (e conseguentemente elettorale) che si sarebbero dovuti costruire per tempo e con cura. Ma comunque è un primo passo, da non disprezzare né da accantonare. Ora di fronte a noi c’è un grande lavoro da fare: sociale, civile e politico.

Sociale: in termini di presenza, di partecipazione, di sviluppo delle lotte e dei conflitti correlati ai bisogni popolari (bollette, inflazione, bassi salari, precarietà del lavoro dipendente e autonomo), e in ordine alle drammatiche contraddizioni di questo tempo (guerra, devastazione ambientale).

Civile: in termini di lotta contro l’odio dilagante incrementato a dismisura dalla propaganda e dalle azioni politiche della destra; di tutela, con fermezza e concretezza, delle minoranze nel Paese: di tutela delle comunità migranti, delle comunità LGBTQIA+, dei soggetti disabili e delle libere soggettività; in difesa dei diritti acquisiti con decenni di lotte, ma in una
prospettiva del loro ampiamento verso una struttura sociale che ne riconosca le necessità, in contrasto alla politica repressiva dell’attuale classe dirigente, e a quella inconcludente di chi ha utilizzato tali temi solo a fini elettorali.

Politico: in termini di costruzione di una personalità, di una massa critica, che sappia più efficacemente organizzarsi, e divenire via via un riferimento solido nella rappresentanza delle classi popolari, dei giovani, delle donne del nostro Paese. Un riferimento politico, appunto, capace di organizzare e sviluppare differenza e alterità, dotato di totale autonomia
rispetto alle altre forze politiche, lontano da ogni sirena e fuori da ogni ipotesi di alleanza elettorale e di fronte con il Partito Democratico e i suoi satelliti a ogni livello nazionale e locale, o con altri, come il Movimento 5 Stelle (almeno per tutta una fase, dati i rapporti di forza).

In questa prospettiva, e per questo disegno, Unione Popolare non può rimanere in secondo piano, relegandosi a mera esperienza elettorale. Essa deve uscire da questa contingenza, per divenire progetto e processo politico.

Gli orientamenti emersi nel frattempo dalle forze che le hanno dato vita il 9 luglio sono un primo passo. È importante l’impegno della convocazione entro febbraio di una ASSEMBLEA NAZIONALE che, oltre ad affrontare la questione delle iniziative e delle campagne e del profilo politico-programmatico, si confronti sul tema della strutturazione e della forma di
UP, previamente elaborato da un gruppo nazionale, arricchito dalla discussione e dalla sperimentazione nei territori.

Al momento la forma e la strutturazione del soggetto UP sono una pagina bianca che la discussione, il confronto, la sperimentazione e le lotte dovranno contribuire a scrivere.

Per ora l’unica certezza, in base alla discussione avvenuta negli organismi dirigenti, è che da un lato – e bisogna prenderne atto – le forze fondanti UP non si sciolgono; d’altro canto però, tutte insieme hanno affermato che dalla messa in campo di UP non si torna indietro, che UP non è una mera alleanza elettorale, non è un contenitore di partitini. È invece – si
dice – uno spazio politico, un progetto politico, un processo politico includente e aperto a tant@ altr@, forze e singoli, che hanno già firmato per la presenza elettorale, sostenuto, votato UP, e che, soprattutto, stanno emergendo ed emergeranno dai conflitti nella società, e che vorranno mettersi a disposizione per partecipare alla costruzione di UP.

Occorre riconoscere che l’attuale livello su cui si è attestata la discussione sul tipo di soggettività e di forma (la pagina bianca) contiene una tensione – speriamo dialettica – tra mantenimento delle forze politiche già strutturate e costruzione convinta di UP. Costruzione che, nel vivo di una auspicabile fase di lotte sociali, si mantenga aperta, coinvolgente, partecipata da altri e altre (movimenti, associazioni, singoli), capace di diventare, più e meglio delle attuali organizzazioni, un riferimento politico unitario, capace di attrarre nuove energie, nuovi consensi: soprattutto fra quant@ oggi non militano in nessuna forza, sostano nell’area del disagio sociale, dell’astensionismo e del rifiuto di un politica lontana dai loro bisogni, ma hanno voglia di mettersi in gioco da protagonist@.

Ecco, noi pensiamo che questa tensione possa esser sciolta costruttivamente, evitando anzitutto maldestri tentativi di assemblaggio federativo, ove può prevalere la logica dell’appartenenza, con rischi di divisioni interne e soprattutto di blocco nell’apertura e nell’attrazione verso l’esterno. Abbiamo quindi bisogno di una modalità e di una forma che, nel mentre si accettano la persistenza e la coabitazione di forze organizzate, riescano a coinvolgere, oltre ai già militanti, nuove energie, rendendole parimenti protagoniste in un processo democratico di crescita, che sia contemporaneamente di mescolamento e osmosi, e di allargamento e potenziamento di una soggettività politica di cui c’è estremo bisogno.

La modalità capace di garantire questo processo virtuoso è che a Unione Popolare si aderisca, in via principale, a livello individuale (attraverso la dotazione immediata di un registro di aderenti), per dar modo a tutt@ di partecipare alla sua vita democratica e di decidere gli orientamenti politici. I già militanti avranno così ancora la doppia iscrizione; i/le nuov@ la sola appartenenza a Unione Popolare. Solo così la base comune sarebbe più ampia e mescolata, capace di dar vita a un effettivo processo costituente basato sulla democrazia e sulla partecipazione.

…I sottoscrittori di questo documento intendono sperimentare subito questo tipo di forma, provando a dimostrane l’efficacia e tentando di costruire e anticipare, qui nella prassi, ciò che sosteniamo in termini di proposta complessiva e che avanziamo a livello di ricerca e discussione nazionale.

È evidente che questa forma richiede, laddove si diffondesse in tanti altri territori e si affermasse sul piano nazionale, una nuova composizione del gruppo dirigente provvisorio nazionale: ad esempio, una larga parte, il 50-60%, del gruppo dirigente dovrebbe riflettere democraticamente la base unitaria dei territori, il 50-40% rappresentare le forze federate originarie che costituiscono il prezioso tessuto organizzativo di sostegno.

Da ciò potrebbe scaturire un modello originale che tiene insieme nuova e sovrana costituzione dal basso e convergenza di tipo federativo; che intrecci dialetticamente e positivamente le appartenenze e le nuove disponibilità; che sciolga nella pratica e nella ricomposizione i problemi e le diversità.

Una forma capace, quindi, di attrarre di più e di sprigionare più forza da utilizzare nella crescita delle lotte e nell’esercizio concreto di una proposta politica certo radicale, ma anche più consapevole e credibile, in grado di recitare un ruolo da protagonista nella crisi attuale e nella scomposizione e ridefinizione nel campo di classe, sociale e politico in Italia.

A queste condizioni, nonostante la difficile drammatica situazione attuale, c’è futuro per noi.

Dicembre 2022/Gennaio 2023